Editoriale
DOI:
https://doi.org/10.33683/ddm.21.9.0Sunto
«Sovente ho messo piede sui ponti che uniscono (o dovrebbero unire) la cultura scientifica con quella letteraria scavalcando un crepaccio che mi è sempre sembrato assurdo. C’è chi si torce le mani e lo definisce un abisso, ma non fa nulla per colmarlo; c’è anche chi si adopera per allargarlo, quasi che lo scienziato e il letterato appartenessero a due sottospecie umane diverse, reciprocamente alloglotte, destinate ad ignorarsi e non interfeconde. È una schisi innaturale, non necessaria, nociva […]». (Primo Levi, 1985, p. 14)
Così scriveva Primo Levi per sottolineare l’irragionevolezza di una separazione radicata tra cultura scientifica e cultura umanistica. Siamo d’accordo con lo scrittore: si tratta davvero di un’irragionevole separazione, e intendiamo metterci dalla parte di coloro che provano a fare qualcosa, per quanto piccolo, per colmare l’abisso.
Così, il numero 9 della rivista, primo numero speciale, cerca di fornire spunti per unire i due “mondi” evocati nella citazione, scegliendo due particolari discipline: la matematica e la lingua italiana, troppo a lungo erroneamente intese come separate sia sul piano scientifico, sia su quello didattico. Continua a leggere...
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